“Renzo Bossi costava 14mila euro al mese”

Mille euro al giorno per le sue necessità private, dal lunedì al venerdì. E gli autisti che per tanto tempo lo hanno accompagnato adesso vuotano il sacco. Oscar Morando e Alessandro Marmello («il bancomat di Renzo») sono due professionisti licenziati in tronco e ora sono senza lavoro e con famiglie da mantenere: la Lega ha dato loro il benservito perché, uno, Morando, non era «più gradito a Renzo», e l’altro, Marmello, ha «tradito la fiducia» del ragazzo rendendo pubblici dei video in cui ha documentato le dazioni di denaro che Belsito metteva a disposizione del Trota per le sue spese. Con Paolo Berizzi di Repubblica adesso raccontano le loro peripezie:


Morando, che non è mai stato leghista e che da Tenerife dove viveva è stato arruolato dalla “badante” Rosi Mauro prima come autista di Umberto Bossi e poi come tutor del figlio, ma «ho fatto il peggiore affare della mia vita» — . Prima andavamo in giro con un’Alfa 159, poi con un’Audi A5. Renzo pretendeva che si usasse il lampeggiante per saltare le code, cosa che non è consentita a un consigliere regionale. Ma il punto vero è un altro, e cioè le sue abitudini, il suo stile di vita da giovane politico. Si viaggiava spessissimo non per impegni politici ma per partecipare a serate mondane: feste, cene, discoteche. Sempre a spese della Lega. Macchine, benzina, autostrade. E certo noi autisti, a disposizione giorno e notte».

Fa due conti, Morando:


«Stipendio da consigliere regionale a parte (12.555 euro mensili), Renzo Bossi costava alla Lega 14 mila euro al mese. Dodicimila euro per gli stipendi dello staff — il sottoscritto, l’altro autista Luca e la segretaria Simona — più altri 2mila in contanti che ci venivano dati dalla Lega per le sue spese correnti. In due anni vengono fuori quasi 600 mila euro che l’Italia ha pagato a questo ragazzo. Anche per andare a Brescia dal dentista o a fare spese. Lascio ai militanti della Lega stabilire se siano stati ben spesi oppure no».

I soldi per la dolce vita dell’ex consigliere regionale uscivano con flusso ininterrotto dalle casse della balena verde e — ritengono i magistrati — provenivano dal finanziamento pubblico ai partiti:


«Mauro e Marrone mi avevano affidato Renzo chiedendomi di farlo diventare un uomo e di tenerlo lontano dai guai — continua Morando — . Ma è stato impossibile, si ribellava, faceva quello che voleva e mi diceva che dovevo farmi i fatti miei. Una volta siamo andati a Bratislava in macchina, grazie al suo avvocato aveva buoni rapporti con il presidente del parlamento slovacco. Arrivato là ho scoperto che il motivo del viaggio era una festa».

Altre tre gite slovacche Renzo le ha fatte con la Audi A6 della Lega guidata da Alessandro Marmello, l’autista-bancomat assunto nel 2011 dalla Lega Nord (contratto firmato da Francesco Belsito) e lasciato a casa lo scorso aprile dopo la storia dei video:


«Prelevavo soldi per le sue spese personali, passavo a prenderli direttamente in via Bellerio e prendevo fino a 1000 euro a volta, anche più volte al mese — ha raccontato Marmello ai magistrati — . Ho voluto denunciare perché deduco che quei soldi fossero destinati alla Lega per fare politica. Che fossero soldi pubblici». Il Trota non si accontentava mai. E la sera voleva divertirsi. I suoi locali preferiti nella movida milanese? Food and Fashion, Legend, Sky Lounge, Old Fashion. Renzino ballava, fuori gli autisti aspettavano col lampeggiante pronto.






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